Desideri un piatto di pasta che non provochi picchi glicemici e che abbia contenuti di vitamine e minerali? Sappi che la lavorazione della pasta richiede alcune fasi precise: dalla selezione di semole di grano duro ( con un buon contenuto proteico ) alla macinazione del grano per poi arrivare all'impasto della semola macinata con acqua e alla trafilatura (lo sviluppo di lavorazione è in grado di modificare le caratteristiche nutrizionali della pasta). Per ultimo, la pasta viene essiccata con aria calda in appositi essiccatori, raffreddata e confezionata in scatole o sacchetti. Trafilatura al Teflon La pasta trafilata al Teflon si presenta più liscia, tiene meno la cottura, non raccoglie bene il condimento e, una volta ingerita, rilascia più velocemente i suoi zuccheri/amidi nel sangue. Questo significa un indice glicemico più alto con il rischio di alzare i livelli di insulina nell'organismo. Trafilatura al Bronzo La pasta trafilata al Bronzo ha una semola di migliore quali
"Le carote cotte alzano la glicemia?"
Si è vero! Le carote hanno un bassissimo contenuto calorico (37 kcal per 100 grammi di alimento) e da crude hanno un basso indice glicemico che aumenta con la cottura, raddoppiando il valore (da 20, sulle carote crude, passa a 40, una volta cotte). Questo vuol dire che una volta ingerite, possono alzare la glicemia (il livello degli zuccheri nel sangue) attivando il circolo vizioso della fame e aumentando i livelli di infiammazione. Con tutto ciò, malgrado il loro IG più alto, le carote cotte hanno un contenuto di glucide puro (carboidrato) molto basso. Mangiare carote cotte in quantità moderata (1-3 carote) si ha un effetto secondario sulla glicemia. E poi, se le abbiniamo ad altre verdure, ricche di fibra, come gli asparagi, i carciofi e le zucchine, si diminuisce di molto l'indice glicemico complessivo del pasto e si evitano bruschi sbalzi glicemici. L'ideale sarebbe quello di alternare le carote crude a quelle cotte senza eccedere nelle quantità.
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